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£ ESEMPLARE
DI PIV SORTI LETTERE,
l
"Di Al. (j io. F e s c o Qejci Aiiianefè 3
Scrittore in <rR^ma .
DOVE SI DTMOSTl{^i Ljl VEt{^f, ET T^ O V.A EO\M.A DELLO
ScriuereCanceilarefco Corfiuo,da lui ritrcuata,® da molti boa ccmuncmcntepofta in rfo.
Con un breue Trattato (opra le Vainfcok antitht Rendane perii qual s’intende la
vera retola di formarle fiordo l’arte , e5) giuditiode gli antichi,
Et fi deferiue ancora la pertica , che ccn la penna al buon Scrittore s’appartùne banere in dette
Mainfcole , & altre forti di lettere.
T^ouaxenPe dal detta Autore cmfofìo 3 & À cornimene vtuitk dato in luce.
Jn Vmegia } P ceffo Alt oh elio Salicato , M D L XXX 1 1 L
oAlla Libraria della Fortéfz^a.
c Ar* - -A ; / ‘ ° °
V I y S PAPA ini.
V i v s r s s & fingv.Us , quibies ha ncflrx [itera exhibebuntur »
falutem , T apoftclh am benedifìmern . Cum ficut dileClus filiti*
loannes Francifius CnJ eius Medio' aru nfis rebis nuper exponi fecit
ipfe Libellum Juumartis Saiberdi; in quo tontinentur varix formu-
la characlerum literarum (ytvulgodicitur) Cancellar efcanm,Cur fi
uarum,& Formatarum-ac ctiamquoddam exemplum cbaraCìerum
(vt aiunt) antiquaria tundnrum.7S(ecnon quidam tracìatus Maiuf cul-
larti antiquarum Latinarum,quem compofuil ad pp.blicam omnium commoditatem,prope
dìe typis excudi facete intendat,timeatq; ne qlij lucru ex alieno labore quxrentesyfumpto
inde ex empi o,eunden libellum in detrimentum eius imprimant,& propterea rebis htmili
ter fupplicari fecerit,vt eius indenitatifuper hoc cportune prouidere de benigniate <Xpo-
fiolica dignaremur . b{os honeflis ipfius Ioannis Fracifci precibus inc\inatì,omnibus & fin
gulis per vniuerfam Cbriflianitatem confiitutis, jub excommuvicationìs latg fententia , in
nofiro autem, & S. I{. E. fiat u temporali exifientibus,etiam fub amìffionibus libroru néc-
non tercentorum ducatorum auri de camma prò vna fi fico notlro,& altera medietatibus ei
dffpi Ioanni Franti fico appheandorum pana , inhibemus, ne intra decern arnos futures di-
cium libellum fine ipfius Ioannis Francifci, aut eius bar edam, & fuccefiorum confenfuim
pnmere,vel imprimi facere ,vel vendere, aut venalemhabcre quoquo modo andeant , vel
& ^
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. vy .stf'S-Aj WMf
prxfumant. Mandante! uniuerfls ìocorum ordinari]! , & eiufdem flatus ncflri tempora -
libus ojficia!ibus, ut projentes nottras luterai eidem loann Irancijco iuris ò facii re-
Tneuijs opportuni! cbjeruari furiant ,& curer,t,& con tra tas non objeruantes mxia e&
rumtenorem precettar t ,Confiitutmubus , & <rdinativnibus apiftolicis 9
faterà j; contm-ijs non obftaniibus quibufciinque.Daiu {{orna
apud Sarftum Tetrum Jub * Armalo Tijcatorà , aie
V> lulij , M D L X. Pontificatus
taf tri *dnm "Primo .
fri Co. CÌoricrm.
Ji-"'.'. .
-e. *■ '
• a
ALL’ILLVSTRISS. et reverendiss. signore,
t • I L S. CARLO CARDINAL BORO MEO»
Gio. Francefeo Crefcù
iyersal Madreiyatura( lUufirifi.&T{euer.S.mìo)è del
le grafie fue larga difpenfatrice,a chi dona l'ingegno atto et capace à
intendere ì J'ecreti, & gli altifsimi concetti delle uirtù naturali, ditti-
ne^ matematiche, a chi porge lume da coprendere la maeflà delle
Leggi, ad alcuni fi dimoflra cortefe nel conojcere & Janar le infermi-
tà de corpi, ad altri è propitia nella uirtù della eloquèga , à chi nell'ar
te della Mufìca,a chi è benigna nella Vcefia,à chi nella "Pittura , & a
chi nello Scriuere.Jjujflauirtù ultima molto mi fu ella,& è tuttauiaisfio nò m’ingàn fa-
mica e fauor ernie. Laonde tcflo ch'io cominciai à gufi are i frutti delfuo dilettatole giardi
nof.affati in dietro gli affetti cotrarij alle uirtù, mi mcjjì co ogni studio,& diligetela g uoler
la imparar e. E primieramente nell’inclita e felice patria di Milano, di poi in qucjt’alma Cit
tà, mi fono affaticato molt’ anni per ritreuar la itera forma,non pur de! fcriuere Cancellare
feo Cor firn, piu uago,& j fedito di quello,chegià era là ufo , ma ancora di molte altre belle
& pellegrine lettere, chein queflo mio libretto chiaramente appaùfcono . Mora, perche il
mondo ueggaquato hanno potuto in mei Celefli influfji & le fatiche durate in quejta mia
prof ef ione ysì ancora per giouare comunemente a chi fidiletta di queft'arte, tanto utile &
neceffarìar&maffimamenteìn quella honorata Corte , ho voluto mindar in luce quefla
mia piccola operetta , la quale di quanta utilità , & di quanto artifìcio fi vegga ornata ,
non fa mefliereal prefente dlejprbnerlo , ma lo fanno coloro , che non camìnanoper le te-
nebre dell’ignoranza, ò dell'inuidia. Ardirò ben direbbe per questa mia operetta fi darà
latini , e fmilmente fi porgerà chiaro lume della fua perfezione , & anticà'& vera erìgi-
ne da quale ( & fa detto con pace degli Scrittori moderni ) è Hata da me, non f eriga fido
re , & eflrema fatica nnouamente trottata, e conof cinta , fi come per molte efficàc'fjìme
ragioni, & effempi, che nel Trattato da me fatto [opra V arti fi ciò f e Maiufcde antiche
Temane poftoinqueflo mio picciolo volume ageuolmente dimoflro. lo dunque per le ca>
gionì dette di fopra l'ho dato in luce , & ho voluto darlo fiotto il nome dTvÒìf~Himan;Jfi-
mo & liberaliffimo Signor mio, parte per offerir fopr a l'altare della gloria voflrai primi
parti delle fatiche del mio baffo ingegno, parte perche gli ìnuìdioft detrattori , veggendo a
chi egli è confecrato,reflino di mordermi ,e lacerarmi r Et in oltre m'ha moffo l’hauer io
conof cinto quanto uoì fete inclinato à fhuorire,& a farfieneficìòd tutti quelli, che fi af-
faticano ne gli honoratì effercitij.E tanto piu à coloro , che fon nati , & notriti , fi come
fon nato & notrito w, nella ampTiffima &popokfiffima T atri a uoflra di Milano „ Ma fi-
nalmente lo fflendore delle diurne qualità uofire m’haaccefomn pure à dedicarurqueìfó ~~
mio humiliffimo preferite, ma a fami oggetto d’ogni mio p enfierò , & anione . Et in ucro
di qual ornamento piu egregio poteuo io abbellire quefìe mie poche fatiche, o conquàlpri-
jpj
uilegio più rare adontarle, che facendole portate in fronte il tanto riverito , & da vhrtuo-
ft boncrato nome voftrotTercioche voi,che con la maturità del fapere vincetela imma-
turità degli annidate ogni gioì no pref agio al mondo di dover agguagliare le virtù ,&i
meriti vojlri , alle innumerabili virtù, & infiniti meriti del Santijjìmo ,& heatiffimo S*
7f. T10 111 1 .Vontefice ottimo majfimo,uoflro(jècondo la carne)VùJfimo & Clemen
tiffirm Zio: Terchegià fi vede nel contemplar la divinità delfornmo bene,& la fi empii -
cijjima natura delle fiottane attratte, neWamminiflrare le legationi datevi da fua Beati-
tudine ndgeuernar tanti popoli nel configliare, nel rifondere, nel trattare , e ffiedir cofie
£ importanza grandififima, quoto uoifiete ordinato di quegli intellettuali babài, che vi fan-
no godere d’ ogni felicità fpeculatiua & pratica,& quanto in quefla dauoì meritata gran
deg^a uifapete difendere dal mondo,e dalle fue fhlfiffime lufingke , con le lucide arme
della fortezza , della man fùetudine, della magnificenza , della affabilità , della modefiia 9
della liberalità , della clemenza , della giuflitia , & delle altre belle virtù che in uoi qua-
fi gemme legate in oro, nobilmente rivendono. Ma fauiafi bormai fine a quetto mio forfè
troppo lungo difeorfo, & degnatevi di accettar con lieto animo quefie mie poche vigilie ,
non riguardando l’humiltà di cefi picciolo dono , nè la ffropor tiene delle fue altijjime , &
belliffime qualità;confiderando che anco Dio jempiterno rivolge benignamente gli occhi
dal Cielo à coloro , che con purità di mente gli offerifeono il femplice odore d’im naturale
incenfo. Co fi baciandovi humilmente le facce mani , prego l’increata bontà di Dio, che
vi doni lunghil}ima,& feliciffìma vita » Di Bomafil dì 7 di Settembre . MDLX .
GIO. FRANCESCO CRESCI -A* LETTORI.
Olti fi fono dilettati dell'antica , & nobile arte dello Scriuer e, come
fi uedeper 1‘ opere' [loro , compofie fino a i tempi noflri , oue fifone ingegna-
ti di moftrarper regole,& efìempi la via dello fcriuere Cancellarefco , che
in quel lor tempo in tutte le Corti communemente fi ufa.ua , & da tutti
era tenuto in riputatione , & mafjìme nella Corte dì Roma: Ter il che non
fi può negarey che detti tintori non merit afferò d'effer lodati & honorati, & cbean
cova per le dette opere loro non deffero grandiffimo giouamento al pubìicù . Ma perche
l'ingegno dell’huomo continuamente effercitato dtfcorre,& col difcorfo puote aggiun-
gere all'arte ( come l'efferien^a maestra di tutte le coffe dimostra) oltre , che la confile
tudine nofflra è di tanto valore , che fi può dire , che ella fia un altra natura del
mondo , guidata da i cieli ■, & dal primo Motore , che dà l’effere , & lagouerna . Ter ciò
nonriputarete co fa indegna jel mio baffo ingegno tenterà con quefto mio Efffemplare di
mostrare vn vero modo di fcriuere Cancellarefco Corfìuo,dopo lunghe fatiche acquietato
con moderne , uaghe , & piu fondate regole, & effempi piu correnti , & j fediti di quel -
lide'paffaù ^ Autori , ancor che io non dubito ,che quelli , che di già haraìmo 'gufato in
parte quefto mio moderno modo di formar caratteri ( come fon quafi tutti ì nobili Secreta
nj di poma , da quali è già mejffo in vfo)non fìano per bauer care le mie fatiche. Et gli in-
esperti ,jeben nel principio faranno refifien^a^lla fine conofceranno quefio effereil ve-
ro carattere Cancellarefco Corfiuo.Tercheal Cancelliere s'appartiene tifar prestezza nel
collegare Vvna lettera con l'altra , & formarla netta , & vaga, adornandola con alcuni tratti ( co
me in quefto esemplare apparirono) neiquale non Jòlo ho augumentato lo fcriuere Cancellare -
fco Corfiuo,ma ancora ciafcuna altra Jòrte di caratteri , come il Cancellarefco Formato , le
Maiuscole Antiche , la lettera Amichetta tonda , & altri effempi ( come qui fi veggono ) & ho
voluto darne piena cognitione , perciocbe la maggior parte fi diletta di questo moderno & legittimo
Cancellare fco , molto vago & corrente , & per lo contrario , il bufi ardo antico troppo pigro &
tardo abborrifce, maffime , perche non apporta all’ occhio nè vagheggia , nè pref legga alcuna , per
eff'er troppo appuntato, & acuto, & per la fua acutegga malamente fi può incatenare l’vna lettera
con l'altra, & della pigregga dello fcriuere n'era cagione la pennata quale vfauano in punta molto
larga, & quadra, & anco nello fcriuere la teneuanno in mano troppo per trauerfo , ò per dir meglio
troppo per coft a, & finalmente l'vltima cagione era, che al detto loro Cancellarefco, nel linearlo daua
no pochijjima dependenga . Ma in quefto Ejfemplarc fi vede come ageuolmente fi lega, & attacca
vna lettera all’ altra, per ejfere il carattere alquanto tondctto,& fi formano tratti , che inuagbifeono
iriguxrdantiyoltre che per la fua giufìa dependenga, che fe li porge, & ancora per effer la tempera-
tura della nofìra penna afiai piu fretta nella punta, & alquanto piu tondetta diquello, che per lo
adietro fi coftumaua,viene à linear fi con prevegga. Et di piu vfiamo fcriuendo , di tener la detta
penna in mano poco per coft a, accioche la lettera babbia infòmma la fua giufìa pienegga . Tfon ho
voluto trattare della varietà delle lettere, nè degli effempi, che altri hanno in fané col loro fudetto
Cancellarefco appuntato, mandato in luce, come lettere Maiufcole antiche fritte à tronconi , Maiu-
scole con mafcbere,& fogliami, & altre lettere fatte à cartocci, effempi di t{ognofa,o T agliata , o di
k k
qual rivoglia altra forte lettera, percioche non tanto da me, ma da tutti glihuomini digiudìcio fono
tenute inutili, & di nejfun momento ; & a quelli, che d’intelletto non fono ancor maturi, come più va
•ahi delle cofe,che più prefio loro fono di danno, che d’vtil cagione, fimil varietà di lettere non mi
fon curato di mofir are, perche fowvn paff amento di tempo fienai profitto alcuno,&uno filamento
da quello, che piu a loro s'appartiene, &fh di bifogno . Quello adunque che piu importa a quefii no -
fin tempi, & maggiormente a quelli, che cercano d’accottarfi alla feruitù delle Corti, & che de fide-
ratto per uenire a gradi alti (come hoggi per efperien^a in quefla honorata Corte di poma molti fe-
rie veggono effer Jaliti) è il faper lineare; & perfettamente formare quefionottro Cor firn Cancella -
refco,c he nell’ordine di quello Efiemplare fi è fpecificato.llche con facilità fi potrà da voi confegui -
re , quando commodamente ( cornea tali principe fi richiede ) fopra di effo vorrete con l’intelletto
voftro effer citami. H orafe a quelli che uorranno dilettarli dello Seri nere faranno accetti quefii no -
firi e fi empi ( come mi rendo certo ) prometto liberamente fra poco tempo a utilità delpublico, manda
re in luce uno altro uolume da me capotto, doue efquifitamente fi dichiareranno nere & nuoue re-
dole,nuoui modi,& nuoui fecreti non piu intefi,nè trouati fino al dì d’hoggi , da qual fi uoglìa della
profefione,o fia dentro, o fuori di qucfi’.Aima Città, per comporre quefii elemeti,& tanto facili, che
faranno noti a tutti, & ciafcheduno da perfe tteffo potrà imparare fino a render ragione d’ogni mini
mo tratto, o punto, che in ciafcnna letteradi quefio no f ero Corfiuo Cancellarefco fi contiene . E fe pur
appunto fi effempi in tutte le loro parti non rifondono perfetti all’occhio ( come era il de fiderio mio )
primieramente fe ne incolpi la fiampajaquate ancoraché bella, e buona fia, alcuna uolta per trop-
pofmemere,& dar troppa tinta fi uengono nell’imprimere a generar molti errori, che negli origina -
rp-'
\
U de detti e fi empi non fono. Secondariamente m’habbiano per ificu fiato, con cìofia che nello intagliare a
lungo una tale opera(& non hauendo io potuto slare di continuo prefente a vedere intagliar quefte
moftre,per i negotij della libraria ^ tpoHolica , dellaquale io fono Scrittore,& per molte altre inauer
tenze,cb’interuengono alla giornata, maneggiando i detti intagli ) faria flato qua fi impoffbile a non
nafcerci alcuno errore, & tanto piu offendo gli intagli di qucfia mia stampa fatti tutti in legno ( co-
me quelli, che d’intagli & Rampe hano cognizione, & prattica potranno con fderare)però non fi può
in tutto rapprefentare quel che perfettamente forma la mia mano di ckiaregga, et netterà, con la
quale a tali mancamenti mi offerifco,& obligo fupplire , & di fcriuere ancora a perfettione d'ogni
ftampa, per buona,& eccellente che fa, & finalmente d'ogni buona mano, majfmament e delle fe-
de & varietà di lettere, che in quefto mio effemplar fi ucggono.E quando verrà defi derio alla gran
detta di qualche valorojò & ricco Trencipe di pigliar l'imprejà in fhrfabricare una ftampa nuo-
ua,& honoratafiome in poma di ciò è grandi ffimo bifogno) & che di me uoglia feruirfi fcelte di
caratteri Cane eli are fichi formati, ouerodi lettera <Antichetta tonda, & Maiufcole antiche ,
fi in forma grande, come pìcciolafio mi obligo a dargliele,& farle di mia mano d’una
tal perfettione , che ogni volta , che tali miei caratteri fopra i pontoni
d’acciaio, come è coflume di far fi , faranno da vn’ eccellente
Maeftro intagliati , fu peneranno ogni altra j lam-
pa , che fia dentro , o fuori d’Italia .
State fini.
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ORDINE DI T VITI GLI ESSEMPI, ALFABETI, ET VARIETÀ
di lettere, che nel preferite Esemplare à faccia per faccia fi contengono, & che à un
fufficiente profeflore di tal'arte s’appartengono, & le fan di bisogno Papere;
& fi fpecifica ancora particolarmente, quali fono gli eflempi,che fono
neceflarij per quelli che fi danno all’officio del Secretano .
*/l lla feconda alla nona faccia, faranno otto moflre di C aceìLirefca Corfiuaje
quattro prime trouarete informa grande, et V altre quattro in forma alquanto mi
norefequali moflre fono neceffarìe al Secretano, per fcrìuere communemete à fé
til'kucrmini, & perfine di qualità, majjime quado occorre rifpondere à gran molti
t udine di lettere, per effer le dette moflre molto con enti, per rifpetto delle legatu-
re dell'vna lettera con l'altra , & tratti gagliardi, che in effe fi veggono »
Dalla x alla xvij faccia trouerete otto moflre di Cancellarefca, quattro dì minore , & quattro
di maggior forma,lequali per non bau er troppo del corrente, cornei altre fudette ,fi chiamano lette-
re Cancellarefcbe alquanto conenti* Seruono quelle forme di lettere al Secretano per fcriuere par -
ticolarmente à S ignori, & Vrincipi d’ importanza , che per effer ci in effe poche legature , & tratti ,
vengono ad efier leggibili, & per tali Signori piu vijlofe,& chiare. Seruono ancoraper colmo 3 che
hanno l'officio di Scrittori di Breui in poma .
tifacele xviij,& xix trotterete molti alfabeti C an celiar efebi Corfiui , liquali feruonoper quel-
lì, che a questo vero fide moderno defiderano accoflarfi,cioè à principianti.
fhccie xx trouareie vno alfabeto di Maìufcole C ancellar e fche , conforme alle fudette mo-
stre,lequali ( come i piu fanno) feruono per li capi uerfi,& altri luoghi necefarij. Velie quali Maiu -
f cole, alcune ue ne fono, che per farle hauere piu grafia, l’accompagnate con tratti fonili , liquali fi
fanno con un cantoncino della punta della penna mede f ma : & quejìo hoauertitoper alcuni , che in
quefla arte s’affaticano , &non hanno intiera cognitione, accio non penfaffero che s’operaffc un’al-
tra penna , cherendejfe fonile per tale effetto, quantunque molti altri poco giudìcio fi , per mostrar
d’intenderfi d’ogni cofa,che ueggono , & muffirne di quel , che non è loro me fiero , J'ubito vogliono
dar giudicio, & dicono una cofa per un’altra, onde alcuna uolta fi fuol dire , che gli arroganti fono
ftmili alle armature dorate, percioche le parti interne non coirijpondono alle eferne . loui auuer-
tifco,che ancor tal Maìufcole fanno bene fmplicemente fenga altri tratti, perche tali tratti fi tuffa-
no fare a quelli scrittori, che nel fcriuere hanno gran pratica, & fermegga di mano.
Jl facete xxi ritrouarete una moftra dì breuìature, lequali fono molto neceffarie }&uene ferui
rete in quei luoghi, che ordinariamente s’ufano nello fcriuere, & rnaffmamente nelle fopraferit-
te,& fottoferitte delle lettere *
Afacie xxij,xxiq,xxiiij,& xxv,trouerete quattro forme di fopr aferitte di lettera Cancella -
refeafie quali feruono per imparar à dejìrarfi in formar le breuiature , che habbiano gratta , come in
effe fopr aferitte chiaramente apparirono „
A facete xxxviij,xxxix, & xxxx, trotterete tutti i principe dell’Alfabeto Cacellarefco Cor fitto,
e parimente tutti i principi] delle lettere , che in più volte, ouer tratti infteme fi congiungono, liquali
andauano posti appreffo alh fuoi Alfabeti Cancellar efebi di fopr a detti, ma perche non fi fono potuti
hauere,mentre che fi tlampauano li detti Effempi intagliati a tempo , fi fono pofii alle facete fopr a
fcrìtte ; & quefle morire fono neceffarijfjìme à tutti i principianti , che lo fcriuer Corfmo deftderano
d’imparare, però filano attenti a quefle poche regole che porgo, & che fono di più importanza , cioè,
Jll principio dellalettera a,sforzateui d’imparar a formare il fuo corpo con diligentia,fi come nel -
l’Eff empio vi dimofiro, perche ferue al corpo del d,g,& q, auuertendoui , che il principio della fua
volta di fopr a vuole effere cominciato leggiermente .
Il principio della tefia dell’hafla del b,vuol effer groffetta,& accioche intieramente vediate det-
to principio di tefia,& l’effetto dell’atto, & tratto naturale,cbe fa la punta della penna informarla
groffegga di detta teflagh ho laf ciato nel principio quel poco bianco in mezp :però auuertirete,che
fnedefimamente fi comincianoin tal modo tutti i principi] dell’ altre bafte,cioè b,d,f,h,kfi.Fì auuer
tifico, che nel fludiar dello fcriuere,che alla giornata farete, che lagro/Jczga di tutte le tefie di dette
hafle,& anco tutte quelle lettere ddl’^Alfabeto, che in principio & in fine richiedono più , & meno
grafferà in una parte, che in vn' altra, allequali(come di f opra ho detto , per uojìra chiaregga , &
migliore intelligenza di fapere formar frnil groffezge,ho lafciato un poco di bianco in mego ) fe la
formar et e fecondo iprincipij,chene gli Effempi di (òpra chiaramente ui moftro , uerranno dette te -
Fte,ouer grofiezge tutte a un tempo ferrate d’inchiofiro ,& non le reflarà bianchezza alcuna in
me^, quando adoprarete però una tinta, che fta buona,frefca,& che corra ragioneuolmente.
Le lettere m,n,r,& uPudiatele con diligenza, perche fono alquanto difficili piu dell altre lette-
re, & auuertirete , che il tratto delle fue gambe vuol efier pieno, feguente, & netto, & sforgateui
di (piccar ne i fuoi principij,& fini li firn taglietti fiottili, dandogli la fina tondezza di fiopra nelle Mol-
te di dette gambe, come negli effempi fi uede.
La lettera s, piccola fi forma in due modi, cioè il primo modo fi forma la fua uolta di fitto grande
come quella di fipra,l’ altro fi forma la fua uolta di fitto maggior di quella dt [opra, come nelle mo-
flre uedete.Et la detta lettera s,che ha la fua volta di fitto grande come quella di fopra ,fi ufa nel
mego,& in fine di tutte le parole , che finifcono per r, come farebbe a dire per effempio , udendo fai
nere quefle parde,le quali hanno detto s in mcgo,cioè, defiderando , defiderare &c. sfacen-
do in frnil parole il detto s, che la fua uolta di fitto fuffe maggior di quella di fopra , verrebbe
a difunire la parola, & non harebbe grafia, come per efierienZa potrete vedere . La detta lettera
s,che ha la fua vdta di fitto maggior di quella di fopra, fi vfa in tutte quelle parole , che cominciano
per storne pei' effempio, cominciano quefie;cioè faranno, farebbono,ftato , ikfsi, &c.& quella
tal lettera fi vfa a qucjlo modo, accio eh e tutte quelle parole, che cominciano per s ,porgbino all’oc-
chio piu vaghezza. Nota, che al fcriuere Cor fino non fi tifa altra forte di $ ima a thipiacejfe v far-
lo lungo ; faccito fecondo la forma dello f, fcnTgi tagliarlo in me^go.
Habbiate auuerten^a, che quafi tutte le lettere dell’ ^Alfabeto C or firn v amo formate tutte in
un folo tratto, ouer tirata di penna, cioè a,b,c,g,h,i,l,m ,n ,o,q,r ,s ,it,Z> &il reftante dell’ al-
tre lettere dell’alfabeto, uolendole far bene, uanno in due tratti foli, cioè d, e ,f,f,p ,t,x ,y ,&
auuertirete ancoraché i corpi di tutte le lettere vogliono effere alquanto tondetù, & generalmente
tutte hauer la fuagiufìa dependcn^come nelle mofire vedete.
Del refìante de i principi) di tutte V altre lettere dell' alfabeto , non uc ne dirò altro , per effere ì
detti princìpi) nclli fudetti Effempij chiari da intendere, & per bora attenderete a imparar con que-
fie poche auuerten\e,& nelle regole, che nel fecondo uolume mandarò preSìo fuori , parlar ò tanto
apertamente fopra di quefio mio fcriuere Corfiuo Cancellar efeo , quanto da ogn’uno fi potrà defi-
derare. ■' ;1':
: .. : 1 ui.'lzL ■ ut-' fri r, ■(. ■' ■ 1
Hora tutte queftemojbe di lettere, che fin qui ho detto, fono quelle,chc al prefente fivfano in tut
te le Corti,& principalmente in queftd honorata Corte di l\oma fono apprezzate, & gradite, & che
particolarmente a vn fufficienie Secretarlo fi appartegono di faperc,con le fue regole dette di fopra .
Da faccie xxvi,a xxxi faranno fei moftre ’i C ancellarefca formata d’una medefima fpecìe,due
dì forma grande, due di forma megana , & due di forma minore dell’ altre . Le quali moftre Can-
ceìlarefcbe fi vfano per fcriuer libri in eccellente forma , come Off doli , Sonetti , Epigrammi,
Triuilegi , oratimi , o altre cofè fimili , che in tal maniera fi defiderano far refcnuere , & per
fcriuere ancor Breui loderà fi vfafie alcuna volta , muffirne per; li Breui fecreti , & il naturale
fcriuer e di quefta tal for te' di C ancellarefca è in carte di capretto, che da tutte ditele parti fieno
rafe,& tanto piu s’ha da operar fimil carta, perthe fe le conucngono miniature , o altri vaghi fre-
gi. Ma nota che tutte queflemoflre di lettere Cancellar efche Formate & Corfue,sì di forma
grande, come di piccola, l’ho fatte per fodisfar all’appetito delle perfine , acciò fi poffano feruir di
effe a modo loro,pcrchc a chi piace la lettera informa grande , & a chi in forma piccola , & a chi
piu piena, & a chi manco piena *
A faccie xxxif trouarete vna moHra di lettera Bollatica corrente con ilfuo Alfabeto , la-?
qual ferite per gli Scrittori Apoftolici,& di T enitentiaria, per poter fcriuer fpeditamente.
A faccie xxxiij vedente un’altra moftra di lettera Bollatica , alquanto piu formata con li fuoi
Alfabeti, laquale ferue per li detti S crittpri per fcriuer Bolle in buona forma.
A faccie xxxiiij,& xxxv faranno due moftre di lettera Mercantile, lequali feruono pei' Mer-
canti d’ ogni forte,& qualità .
k k k
jt fac eie xxxvì confidcrarete due ^Alfabeti Mercantili , & a facete xxxvij trouavetejtno
^Alfabeto di Maiufcole Mercantili, delle quali fe ne potran feruire i principianti , che in tal ma-
niera uogliono efier citar fu
Da facete xxxxif a xxxxiif trouarete due mofire , vna di lettera ^Antica tonda graffetta , che
da neffuno altro *. Autore di quefta profeffwne fin qui non è mai fiata pofla in luce , & l’altra di
un’ alfabeto di Maiufcole Mnticbeje quali mofire feruono per fcriuer Meffali , & far libri di
Cappelle per "Principi , Signori , & gran Prelati , & volendola far di forma piccidaffierueper fcri-
uer e officiati ; & le medefime opere ch’io diffi parlando della Cancellar efea formata . Et perche a
fimil forte di lettere Hanno bene miniature eccellentiffime, udendo far libri di tal gr offesa di let-
terata fua naturai carta farà di uitellojaqual viene di Francia ; & udendo fcriuer e di tal for-
te di lettera informa picciola,harà da effer carta rafa di capretta fina . 'hjon ho potuto mandare
in luce tal forte di lettera antica in forma piccolina, perche prtaua troppo diffi c ulta a intagliarla,
& con grandiffima fatica fi è intagliata quefta mofira in fonna graffetta , la qual fe non in tutto ,
in buona parte è riufcita affai honeftamente bene .
Tgota, che quando occorre fcriuere di quefta forte di lettera, primieramente fi fcrìue la faccia
del foglio tutta con la penna groffa , & dipoi fi ricomincia la detta faccia, or con vna penna tem-
perata fiottile fi va raffinando & acconciando i peducci di tutte le lettere, & in fomma tutte quel-
le parti di lettere, che con il giudicio fi comprende hanno bifegno di r affettamento ,& il mede fimo
$’vfascofi in far la detta lettera informa grande ^come in forma pi cciola.
SS»
TRATTATO SOPRA LE ECCELLENTISSIME MAIVSCOLE ROMA-
ne mitiche, origine, & fondamento del perfetto fcriuere, doue s’intende l’ordine,che s’ha da tenere
in formarle, & che da gli antichi lìmilmente è flato ufato;& fi dimoftra quanto dette Maiu-
fcole fono utili, & ncceflarie d’eflere intcfe da chi perfettamente vuole far profeflìo-
ne di tutti i belli & uariati caratteri Latini formati , & Corfiui , fènxi la-
qual cognitione , Si pratica,è imponìbile di efler perfetto Scrittore.
Avendo io dunque ( candidi, & benigni Lettori) a ragionare / opra le artificio -
fe Maiujcole antiche l\omane,lume certamente , e bafe del perfetto fcriuere, & effon-
do l'intento mio ( fi come particolarmente debbe effer d’ogni ragioneuol difcorfo )
di narrar la pura verità delle cofe , non uoglio refiar di dirla , & di mostrarla chia-
ra a tutti gli amatori de gli honorati, & uirtuofi efferati) , confiderando , ch’efiendo il giouamento
grande , ch'io porgerò a tutti quelli , che defiderano intendere la uera , & fondata regola di que-
fie antiche Maiujcole , farà fenga dubio maggior la gratitudine , & beneuolen^a , ch'io mene-
rò da loro , che fon molti , che l'odio , cr la maleuolenrga , che forfè mi porteranno i moderni prò -
feffori di quefi'arteyche a rifletto a quelli, che me n’haranno gratin, fon pochi . Tfè farà mar auiglia
alcuna, /egli Scrittori di quefii tempi cercheranno di mordermi co i denti della inuidia , concio fia
cofayche io dica contro alle loro falfe regole , opinioni , & mifure , & quanto da loro filano fiate
male intefe , &poffedute , & che io effalti t ingegno de gli antichi, i quali (fi come in tutte l' al-
tre cofe ) furono molto felici nel formar quefie Maiujcole . Voi dunque , che de fiderate intenderle ,
•k'k'k i j
fi òpra di ciò con ogni vofiro intelletto, & giudi do Sì avete attenti.
Da faccie xxxxij , fino al Iv , fcorgerete vn’ alfabeto di Maiuscole grandi , antiche , le quali
fono condotte alla mifura di otto tefie , & fi cofìuma ancora à condurle allamifura di fette tette ,
& merga , & di otto , & none, &‘anco fino in die ce tette in circa , imperò chi le fa condurre alla
proportene, & mifura dìi otto teflc, le faprà condurre non tanto in tutte le proportioni fudette,quan
to in tutte quelle mifure di tefie, che altrui vuole ; & tutte quefle uariate mifure fivfanoper
faper dare à dette Maiufcole più pienezza , & più fottìglìerpra, fecondo la grande^a di dette
Maiufcole,& il luogo alto,& baffo doue hanno da fare filmili lettere , & ancora fecondo lo j patio
del marmo , doue la quantità d’effe Maiufcole s’ha da compartire , acciò verghino à rendere all’oc-
chio gin fi d corrifpondenga , fecondo che gli antichi ancor loro leggiadramente vfauano , come
per molti loro Epitaffi, & infcrìttioni , che in certi edificij fi veggono in Roma , fi può da chi
ha ingegno facilmente comprendere , dalli quali io, non fen^a gran fatica, &indufirìa, ho impa-
rato , & pigliato la vera cognitione , & maettria , la quale ( & vagliami à dire la femplice veri-
tà) da neffuno altro m’ è fiata particolarmente infognata . Et ciò ageuolmente potrete credere, fe
pigliar et e effempio da quel bel detto, che elegantemente diffe D e m a d e Filofofo,ìlquale ef-
fendo domandato da vno , che li voleffe dire qual fujfe fiato il fuo Trecettore , rifpofe , il Tribunale
de gli Mtheniefi, volendo inferirebbe ìindufiria , & efperien^a delle Mrti,anan^a gli ammaeftra-
menti de Sofitti. Cofi io conforme a quel f apiente huomo,vi dirò, che il mioMaefiro è fiato il Tri-
bunale delle reliquie di quefie antichità di fioma , dotte fi fcorge la vera arie , & forma dì dette
M ab f cole , le quali in certe parti fono fiate dame ampliate , & da ninno intieramente intefe,
come chiaramente fi può vedere per f opere di coloro , che fin qui n'hanno manine in luce : &
cioè ance,;/ Ho , perche qnejU moderni, che da vnpeTgo in quanban fatto, & fanno prof effione,
non vogliono pigliare l’eff empio , & la via , che tene nano gli antichi , & la maggior parte
de' moderni prof e fori , in quefie Maiufcole antiche ( di quanti riho praticato , & modefla-'
mente riprefi , come fmarrìti , & fuor della sìrada buona) tengono diuerfe opinioni ,& diffe-
rente di mufure, perche s’aggirano in voler condurre i corpi di dette Maiufcole a tutta mifura
di compaffo,&J per voler parere l’vnopiu Efficiente dell’ altro, ogniun di loro tien mifur e apparta-
te ,& differenti ; & per tirare ogni corpo da ciafchedunaMaiufcola , formano tanti circoli, che a
vn gran peg/go non n’ha tanti vna Sfera ,& di poi (in conclufone) quando hanno formato le maiuf-
cole cole mifure,&foffifliche ragioni a modo loro , parangonandole appreffo alle Maiufcole anti-
che vere ( come piu volte fc n’è fatto e fp orienta) che ne gli edificij & Epitafij antichi per Poma
f veggono , a vna per vinta petto a quelle , restano in gran confusone, & f e riga neffunaproportio
ne & grada. Fi efi orto dunque a sbandire, & l affare andare in fumoquefle lorvane ragioni , &
falfe opinioni, & accofiarui alle vere , & perfette regole de gli antichi, le quali nel mio Mi f ah e
to fi comprendono. Et la maggior parte di tutta la bontà, & gratta, che in detto alfabeto ho operato,
& maffmamente in quelle Maiufcole , che hanno corpo, rìconof co , & confeffo (come di fopra ho
detto ) batterle imparata da gli antichi ; E concludo in fomma , che fe veniffe vn’ altra volta al
Mondo Euclide Vrincipe della Geometria, non trouerebbe mai , che col compaffo i detti corpi in-
tieramente per vìa di circoli, fecondo la proportene, & fide degli antichi , fipoffino condurre .
Ter ciò auuertifco quelli, che de fideremo d'effer buoni Scrittori, & che vogliono dilettarfi d’ha-
uerfìe intera cognitione, che il compaffo non ferite ad altro , che a formar quelle Maiufcole facili ,
che nónbanno còrpo, le quali fi creano per lìnee rette , cioè XA E F H I K L M 'tp T V
X T Z , & anco tutte le hajle di dette Maiufcole, che hanno corpo, cioè B D G T, & If*
Ztjpiu ferite a pigliar la mifura delle lungherie, & larghette de i corpi , & delle tejìe, mege re-
fe , terzi di te il e ,& anco alcuna parte di dette tefte, che la fottilità fi rifoluein un quarto di
tetta in circa ( come nel mio alfabeto fi può vedere . ) Ma la perfezione di tutti i lor corpi fi con-
duce piu per gran pratica del giudicio , & dell’occhio, che con la mifura del compaffo , & quetto
dico, per che il compaffo poco , o niente in detti corpi gioua,& mede fintamente per pratica fi con-
duce la S , la coda del If, del df, & del fecondo Y , & cofi tutti i peducci fi conducono per
prattica , F{ella coda del folamente per gli Epitapbij antichi fi uede molta varietà , perche
quando l’vfauano lunga, & quando corta , ma per corte , & lunghe , che i detti antichi le condu-
ceffino , fi uede nondimeno in detti lor marmi , che in tutti i modi li dauano gratta infinita . Et
quantunque tutti i lor modi , & forme mi piaccino, pure ( fecondo il mio giudicio ) mi par che bab-
bi maggior grafia di tutte, a farla lunghetta , & la nera , & giu fa lunghegga di detta coda è
vn poco meno di due uolte della larghetta del fuo corpo (fi come fi uede in Campidoglio in vn
piccolo Epitaffio antico , che dice Ossa Neronis, &c. Etnei mio alfabeto delle Ma-
iufiole antiche piccoline , che è a f ac eie xxxxiij di quetto ejfemplare ,fimofira la detta lettera
co i la fua coda della lunghegga , & mifura detta di fopra.Ma in queflo mio alfabeto grande alla
detta coda del Q^non ho potuto dare tal lungheria, per rifletto della tauoletta , che era troppo
0
0
corta , & fe hauejji voluto fare la detta tauoletta per questo effetto, piu lunga delle altre , fi faria
[concertato tutto il libro ; Et chi vorrà far la detta coda corta , o lunga , fecondo la mifurapofta dì
f òpra , ingegnifì , oltre a tutte le coj'e,di darle grafia , come gli antichi, che di fopraho detto , vfaua-
no ,fi come in quegli due miei ^ Alfabeti potrete pigliar l’effempio . Ben ui auuertifco , che volendo
far lunga la detta coda, è neceffario che di f otto al corpo vada calando piu a baffo , che a volerla
far corta, per che altrimente non karebbe vagheggia alcuna.Et effendo quejìo mio * Alfabeto gran-
de ( come di f opra ho detto ) fatto con le fuegiufte mifure , & in quello dato a ciafcuna MaiufcoU
quella migliore , & piu importante gratia , che da gli antichi ho comprefo , vene potrete feruire a
voUro piacere ; ma ci vuol gran patienga , & gran tempo a imparar la pratica di conduy detti cor -
pi, & per pigliarne dieffi vna buona, & vera pratica, è neceffario fare come quelli, che impara-
no a defgnare, che per pigliare il buon difegno vanno per qualche {patio di tempo ritraendo , bora
vna bella figura , & bora vn’ altra , & parimente a chi i detti corpi defider a formare inperfettio-
ne , è dibi fogno tener quefiomio ^Alfabeto mangi, & di far e il mede fimo in ciaf chedunaMaiuf co-
la,che habbia corpo,ritraendole a vna per una tante volte, che il giudicio venga ad arriuare alla per
fettione, pigliando folamente la mifura delle altegge,& delle largheg^ge de i detti corpi con il.com
paffo {come pienamente di fopra ho detto.)
Circaagliouati di tuttiicorpi, habbiate auuertenga , che tutti vogliono pendere un poco verfo
man manca , fi come gli antichi hanno vfato , e ben vero , che folamente allunato di quelli due cor-
pi O ,&Q^Jli quali fono un medefimo corpo) gliho dato alquanto piu di dependenga di quella
che i detti antichi non hanno costumato di dare ; quejìo l’ho fatto , perche mi pare , che per tal pii *
MPUfi!
I raffi'
2 £
depcndenga (fecondo il mio giudi ciò) la coda del Ofi nenga meglio a unir fi col corpo , & che
porga piu vagheggi all’occhio , nientedimeno per ejjèr di poca importane il detto corpo, fi può
vfare ancora fecondo che gli antichi m'ofiraho,cioè che il Juo oudtòfia manco pendente , come per
l\Alfhheto delle Maiufcole piccole a faccie xxxxivj .di quello Effemplare per effempio della let-
tera 0, vi morirò, & di ciò Inficierò ciafcuno in arbitrio fuo di tifare quel che piu gli aggrada di
quefii due mìei alfabeti fopra le fudette due dependèntie d'ouati .^Amo-tendoni però, che i corpi
fopr'adetti generalmente tutti uogliono hauere femprepiu del lungo ficfìtdel largo ( come per ef-
fempio potrete fare efferienga delle mie ) eccettuando il B , che il corpo maggiore, che tiene da
baffo nuol' effer tanto la fua larghetta, quantici 'la fina alt cgga , dichiarandovi nondimeno che il
maggior corpo di detto , vuoi’ efjer formato con quella leggiadria , & qualità , che nel mio ^Alfa-
heto fi uede, acciò fi mostri ben la ffiiccatura dell’ uno corpo dall’ altro, fi come apparifee in quella
bella infcrittione antica da piè della Colonna Traiana , deus dice , SENATVS P O P V-
L V S ROMANVS, &c. & la medefima grafia di queìlo corpo , apertamente ancora fi
uede in tutti gli altri antichi Epitajk
>//)'
'elio che fin qui habbiamo ragionato bajliui per dichiaratione delle lettere , che
hanno corpo , le quali fon d'importanza di tutto farteficio,& difficultà , cioè in det-
te Maìufcole fi troua .Quanto alle maiuf cole , che non hanno corpo, per efjer cofa
fàcile in comprendere per via del voflro compaffo la loro proportione , tanto della
largherà , & altezza loro , quanto della grojfeyga , & fottilità delle loro hafle , non ve
ne dirò altro . £' ben vero , che a quefle tal Maìufcole , che non han corpo , & che nel mio
„ Alfabeto fi veggono , m'è parfodi darle vna certa grafia piu gentile , & proportionata,
che nelli marmi antichi non fi vede , per liquali fi comprende , che ancora in quel tempo
gli antichi maeftri kaueuano fra loro fopra talMaiufcole alcuna varia openione , come ne *
detti loro marmi moftrano per le lettere M N, & A , perche fi vede s che alcuno vfaua
tal lettere a vn modo , & alcuno ad vn’ altro . Ma la loro maniera , & varietà non era di
molta importanza , nè troppo difforme luna dall'altra , & in tutti i modi loro tal lettere fi
poffono vfare , nondimeno ( come di fopra ho detto ) mi pare tuttauia , che vfandole in quel
modo , che nel mio ^Alfabeto fi fcorgono , habbino piu gratia , quantunque fia di piccolo
momento , & che dai modi antichi fia poco , o niente di differenza . Fi auucrrtifco , che circa
quefle lettere fellamente , cioè , AVMNKX, & Y , le loro baile flottili ( come nel
mio ^Alfabeto fi dmoflra ) fon fatte alla mifura di meza tefia , ma volendole intagliar?
in marmo auuerùrete , che tal'haile fliano intagliate groffe tanto , che arriuino alla mifura
dì quattro flettimi di teiìa , onero al piu dui terzi di tefia , fi come gli antichi hanno vfata,
- - ^
perche in detto marmo fanno migliore , & piu gratiofo effetto ; & nel mio fudetto alfabeto
non ho voluto farle alla mìfura di due tergi di tetta , perche quette tal Maiufcole al pri-
mo fguardo , che da prefi'o le fuffe fiato potto , harebbono mottrato all'occhio troppa grof-
figga ; & perche a gli Epitafi fi fuol guardare , & leggere tal lettere al quanto lontano ,
'& accioche comparifchino meglio alla fua mìfura , fi le dà alle dette ha/le fittili filmile pie-
negga di quattro fittimi , onero al piu due terzi di tefla . In oltre baurete auuerienga , che
quanto a quefta lettera A, di non dare alla fua trauerfa , onero batta, che fi le fa in me-
go , la gròffegga di due tergi di tetta, come alle altre batte , che di fopra alle fudette lette-
re ho detto , ma fidamente la detta trauerfa per piu fua gratia , vuole efier di grofiegga
di vna mega tejla , fi come nel mio ^Alfabeto fi vede ; & cofi circa alreflante di tutte l’ al-
tre lettere dell'alfabeto le fue trauerfe di mega tefla , &vn tergo di tefla, & tutte le lor
parti di tette vanno intagliate nel marmo guittamente , fecondo la propria regola , che nel
mio .Alfabeto fudetto fi comprende . Intendendo fi in quetta parte però quando le dette
maiufcole non hauejfmo a ttar troppo difioflo dall'occhio ; ma quando le dette Maiufcole
foffero pofle in luogo molto alto , come per effempio in qualche facciata di tempio , o di pa-
lagio . la quefto cafo dico , che vi gouerniat e in darli quella piu & meno groffegga , fe-
condo la forma , & grandegga, che bar anno le maiufcole , & il luogo alto, & baffo, doue
habbino dette lettere ad efier pofle , accioche a chi flà a baffo a mirarle venghino ad efier
leggibili y & rendano bella moflra all'occhio , però per tali effetti vi anderete con filmili
regole , & difcretioni , fecondo che il giudicio dell’occhio vi con figlierà , in tali accidenti go-
mmando, -perche in ftmil cafi non ci è regola ferma ; & però gli antichi per fimi l caufe ne
gli archi trionfali , & altri loro grandi edifidj formauano le lor Maiufcole alla mifura di fei
tette , & maga , & fette tette in circa, &alle lor trauerf e & batte fot fili d aitano quella grcf-
feyga fecondo che l’occhio del luogo doue haueuanoad effere le infcrìttioni lette , li daual’am-
maejìramento . _«. Auuertifcano anchora , che quando s’hanno a fare le Maiufcole alla mifu-
ra di fei,ouer fette tejte , i peducci di tutte l’hatte non vanno tanto lunghi, come fé fi hauefie-
roafare le Maiufcole di otto , & nuoue tette, però auuertirete di farli alquanto piu corti ,
perche bar anno miglior gratia . Et perche fimil lettere piene di fei , & fette tefle , fi fanno per
porre in alto , farete chele ponte de ilor peducci finifeano tondette & groffhtte , & quan-
to è un quinto, ouer quarto di tejìa , & piu & meno fecondo che l'occhio vi darà piu chiaro am-
maettramento .
Ma habbino ben cura coloro che in marmo , o altra forte dì pietre le vorranno fare inta-
gliare di far tingere di nero diligentemente l'intaglio della Maiiifcola , ouer amente per più
ciuiltà farlo mettere a oro , o conficcar nell’intaglio le lettere dettone , acciòr refi a l’oc-
chio piu leggibile l’Epitafio , & piu Jpiccata l’integrità dello intaglio , & mifura delle Maiu-
fcole ,& non far come fanno alami , che vfano d’empir l'intaglio di pece, & nel polire , &
nettare la pietra , vengono a rouinare l’intaglio , & le lettere nettano guatte , il che è cofa
brutta a vii' Signore , & a qual fi voglia altra per fona di fare'vfare fimil mefehinità , o per
* 4
dir meglio, lorderà , & vituperio : la onde ùfferuafiyno di ({negli altri , che di fiprd ho narrato .
Ma J opra tutto babbiate confideratione di pigliar perfine intelligenti ,& fondate in tal Maiu~
fcdfTfierche pochi fino gli Scarpellini che hoggidì C infeudino, & che l'intaglino giufie , nette ,
'& con partenza : & confeguentemente pìurari fino coloro, che confiderinota fatica , & [lento,
& il tempo affai , che fi mette a intagliarle , & defignarlebene , onde nenafce,cheper il poco pre-
mio, che in quegli miferi tempi fe nf acquisì a , pochi fonone in defignarle, & intagliarle giuSì e uen -
ghinoa dilettarfene,.
Prattica necefTarijfstma , che con la penna al buon Scrittore
s’appartiene hauere in dette Maiufcole •
V e s té Maiufcole fono molto neceffarìe da effere intefe , & conof cìnte' da
chi de fiderà far fi profeffore eccellentiffmo in quetta virtù , & parimente è di bi-
fognar , oltre il faperle defignar con la mifìtra fudetta , imparare a pigliarne
la prattica con la penna , in faperle feria ere , & formarle con la fua prò -
’poctione piccoUne,& appreffarfi con dette cgga a quella grafia , come fe fuffero fatte con
le guitte mi fare , con le quali s’è fitto l’Mlfaheto grande fudetto , fi come a fkccie 43 di
quejìo Esemplare tal prattica fi vede . Et fe alcuno haurà voglia d' e ff eccitar fi in quett? ar-
te , & che defideri d’bauer nome di buon Scrittore , dico , che non battendo quetta efper -
ta prattica in formare , onero fcriuere tal Maiufcole con la penna , verrebbe ad hauere
gran mancamento , & ìmperfettione , perche la detta prattica fa di bifogno nella lettera
artica tonda , & nella Cancellarefca formata ; & di ciò vi auuertifco > perche la l nera
antica tonda , ha battuto origine da dette Maiufcole antiche , & l’artificio , che fi vfa con la
penna in formar le tondezze de i corpi di dette Maiufcole , il medefimo fi vfa ne i corpi di
detta lettera antica tonda , & la Cancellarefca formata fudetta , ha hauuto origine dalla let-
tera antica tonda, ma ì corpi di detto C ancellaref co , vogliono hauere del lunghetto , parte u
cipando in detti corpi) però in parte dell' artefido , che fi vfa nei corpi di detta lettera antica.
tonda , & del Cancellarefco formato s'c canato la prattica del fcrìuere Cancellar e f co Cor-
fmo ; & qucflo tale artificio Jòpra delle lettere fudette s’intende nella punta della penna, per-
che quando fi comincia con efìa con fondita il tratto d'vn corpo di lettena antica tonda, odi
Maìufcole , s’ha da faperc ingroffare con la penna tal tratto nel calare a baffo, & quando
s’arriua apprcfio al fine del corpo , fitper con leggiadria affottigliare , onero fminuire a po-
co, a poco la gr offesa di tal tratto , acciò venga a far nel fine la fina gingia fittigliela,' rac-
conciando con vn’ altra penna appartata , cioè che babbi la punta temperata fottilmente, il trat-
to di detto corpo , doue con la punta di detta penna fi farà mancato del fino intiero effetto ,
fi come alcuna volta accade , acciò appacificano puliti i detti corpi delle Maiuficoline , & della
antica tonda (fi come a faccio 42, 43 » che dì jòpra ho detto , poterete vedere per efifiempio)
ìuuertcndoui nondimeno , che tal maniere di lettere , vogliono , fiè alcuno vuole impararle,
gran<fc~affiduità , &fitudio,& bifiogna efifiere patientijfmo in efifier cit arie , per la fina non me-
diocre dijficultà , faflidio , & tempo , che fi perde in fermarne la mano , & in pigliarne il
buono , & lodato giudicio . Et non fi può domandar eccellente Scrittore colui , che perfetta-
mente non poffiedetal Maìufcole, & maniere dì lettere , ne’ modi di fiopra Jpecificati, maffi-
r/ie effendo principalmente le dette Maìufcole (come dì fiopra per quanto ho detto fi può com-
prendere ) la propria podice , & antica origine di quefia virtù del ben fcriuere , & in verità
Tariffimi fono quelli , che le poffeggono con tal prattica , & leggiadria. Onde manìfefiamente
il Mondo può confiderare , & chiaramente vedere 3 che fe li paffuti prof eff ori hauefiero in-
.1
i
tefo la vera arte,& pratica del maneggiar la penna , & caminato per quetfa tal vera flrada de
gli antichi , non farebbono incorfi nello errore della grande acuteop^a , che dauano al loro
Cancellarefco C orfico ,& feno^a comparatone bar ebbono meglio intefo l’ altre forme di lettere ,
che io ho mojìrato di [opra , & quella nobile arte non farebbe Hata tanto lungo {patio di tempo in of
Qure,& foltiffime tenebre.
di quefli tali auuertimenti , perche {pero mediante la gratta di Dio , dator d’ogni bene ,
& virtù , che nella mìa opera maggiore , la qual verrà in luce, poi che io barò mandato, fuor a
il fecondo udirne delle regole del fcriuere Cancellarefco Corfmo promefioui , mi effonderò in ra-
gionarne piu a lungo , & acciò che da voi più fopra tal cofa non fi poffa de fiderare , feri-
uerò diffufaraente a vna per vna di dette Maiufcole, & sforar ommid’ infognarle in tal modo ,
che ogn’vno facilmente con maggior chi areica le intenderà , & quesìo farà infieme con mol-
te regole di fcriuere le belle & vtili uarietà di lettere di Mntica tonda, & Cancellar e fca for-
mata , di fopra narrato . Ma intanto quefìo , che ho. detto ,bajìi per quelli , che di tal Maiufcole
hanno qualche poco di cognitione , & che defiderano batterne vna buona , & perfetta intelligcn-
‘%a,& effer buoni feriti ori.
1
l
DI M. GIO. BATTISTA PORTEGVERRI DA PISTOIA
A M. Giouan Francefco Crefci.
Iresti, c’ha (pento ne’ [noi più verdi anni
Gol fren de la virtù gli empi deferì
Spiega ne’ campi de’ fupemi giri
Di fama , e di ftupor gli aurati vanni »
E crefcie , [carco de* terreni inganni ,
Sourogn’altr’huom , che a quefla gloria ajpiri :
Onde Mercurio pien d’alti fo(piri
Manda tal fuon da’ [empitemi f canni :
Cojlui non pur ha fuperato.e vinto
In quell’arte l’honor de' tempi nojlri 3
Ma de' paffati le memorie antiche .
0 leggiadri , o felici , o j acri inchiostri ,
Co]i canti di voi Tarnafo , e Cinto ,
Come hauete del del le fi elle amiche .
3
I
l A
VERA MANIERA
DEL SCRIVER CORSIVO
CANCELLARESCO,
DI M. Gl 0- FRANCESCO
CRESCI MILANESE
SCRITTORE.
i,
Sr*
mero quei cbdnwj£tim,m cosa cMWjd^nbbm cntijen
mdtiortivafpiu ^ueCpoco cfjjd, iCètctti, cQifmlò) cjQ (tal
:ebM&i(mnero tiee^jmtti^ piu dimcnta m oktwm
? mmma?i/n ernia, et meidm nmidti duo <faim> éiU
j è piu dottò, tanti e piu amati da buoni et temuti da editila
'amo
UHT
Jjs d virtù e djwjb efu? inox non J^erd^rimi chrinon Jipojid, |
imi che non rinom^ojim chiné ri dmnorzd, fàozt efuèmri
rijèmsdeffezctó ed? max rivinti, torio eh maxriJ>osatJj>id eh?
eQnon riinjdmd/dmro eh? nonri Jt&,
djrna che mdjmei. ÒhhfCiuolo jcjàjuui eh coro ìef&rt efo [et-
ri; etguanOoori^ddmiemehoamosoJ fatti sei*
iMÙ,d tidancdd [uonojkm n? mi jgneodd giorni, ntfovajiim
^enmc/^amriet tutto {[mondo tiammfhi & tmmffi r»
^ f Ci
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CD mandato tSmfintP
itioSmitoj o JdUhrf'ófjmttj fkj)tt$iò fwjjm dt^mjì
jòftimtyet mtfoinui£a aùmls iCum soCs tù M sa &
Jéviétity si aCttikh Smcà er^ tè'it^jimso&À mjicdoH frutti?
JmMmjì mvmJm ’J^Om eQ rmtfim'drìSi
Varo, et àttmjwuìtQ fìfm<t mito >tb collii ‘cCt ilfma tw^ etjmjij
b£^&), „„
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immondi dijjlu' dòtta dita non irrompono tanto l’atri,pud(ò f/mnm
Clini corrompono ifpopolò, Ct l duomo ette din dj^enca il tempo , non e virtù
edi (Udii non si creda , Qarimmticdì f occupa matti, non e vitti ette <tt\
dui non si sospetti. Quitte ette sono ttenioccupati, sempre danno da tferci
tenuti per duerni notiosi, Senzapiu tnmsitioni danno da cuore <Jtu>
dicati per tristi, ér meritano per ncmjd lasciai irpomttranCmondojfer
sradicati comi ? fortiede \ et J^inipunjentiproMi dalla terra otioiQjj
tino rifatto dltt^dmtroj accio non in^mdrino (campagli •
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munii conditor annit^ò* corgoris ma cumm trdfi
didit? deprccor etfuppliater exoro, ut d Ina? J
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'la cu / unjnji luuuguia uuuuuLua cuuiMiiw uulhihì , ijiii,
tanquetm Leoncs nigiefes arcumeunt quecrentes qua deuorent,
ò ad nocendum homambuómrmts midi , et cupidi, òjemp&r* f
injraudd'milldartilm mari + &c+
*?£ loannesTrari* G rescm maìiolan en?lLo Jcrìt
C andlarcfjfr,
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rut metter D et j>? etUtt’glenMmaJìtmmregùJi*
lia i metter gloriosjfjtm ci t metter orphti/ir^p 1 f
cmfoldtio defcìcttorum i un erantium x sedus J
omnium in tidj^erantium ir go cmti’gdrium : 'virgo in ptp
tu, (òrittrgogofigartuz +gjens mt(mco^icey , ù*
gratin xjom confolcttionu , òtindulgmticehjhnxjietuns et l<£*
Uticc: f ferir uthf/i rvèn
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* (remili 3 criptir. S + G)fJCc2C2
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cpm jmajuai,utfamnt bmmbut mutmtó* Amen duo uobKj
tuoi recwmnt mcrcdcmjum ,Tu autrn cumictuMi,mgM
wuz òjhtim tmn kua.ne’uidem homimbm munirti , fedi
patri tuo mjfi in abf condito-, & fetta- tuus qui mddmttbfmiito,
REDDETTIBI*
TomadmcU Cnsctos
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C À jNT TATE domino canticuttt nouum x cantati dnoomnU |
terra + C antatri domino, 6* bmcdidtrinmm eius : annunciate* dd
die? in diemfalutardeius +A.nnunridtriintirgenttsglomm riusi ^
in omnibus ppulù mirabilia ehis * Q imiam magtrus dominus
laudabiUsmmtsx terribiUì e^Jli^ermnes Deos + Quoniamomnes J
VJ/jvntium damma, : dominus ctutm coeìosfccit +
mx Crescius zJVLcdiold*
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icamit* Depow» fn^UStmmmJmU, qurnte-Mmmfwm, qu>
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irojunciit clamata date domine?: domindexaudi uocm meam + F iantem
res tilde? intendente* in uocm depre cationi* medd + Siiniquitam obseruauerfr
domìni ?: domine? quia fufkncbit ? Quiaapud tdpropitiano cjl ; irpropter Ica
gm tuoni fujkmà te domine ?+ Sujhnuit anima mea in nerbo eìus Jfierauitanis
ma mea in domino ♦ A cuftodiamatntina ncque adnocìem ’JfcretJjrael in do*
mino + Quia apud dominum misericordia , & copiosa apudenm redatto jds*
ipsdredimetjsrad : ex omnibus mquitatibus eius gloria patri, òjilio > Ù 8*
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